mercoledì 29 ottobre 2014

Nanoparticelle e Google per prevenire la morte

Le ambizioni di Google X non hanno molti limiti, lo sappiamo bene visto che il budget a disposizione è praticamente illimitato e alcune delle menti più geniali lavorano di continuo su nuovi progetti a lungo termine. Direttamente dal capo della divisione scienza, lo scienziato Andrew Conrad, giungono così notizie di un nuovo orizzonte per il il gruppo di ricerca basato sulla nanotecnologia, ma applicata sull'uomo.
L'obiettivo è quello di ideare nanoparticelle magnetiche intelligenti in grado di entrare nel nostro corpo e rilevare qualsiasi segno di malattia, dunque cellule infette o elementi pericolosi. Per far ciò bisognerà tuttavia scendere al di sotto della scala millimetrica, le particelle pensate da Conrad ed il suo team saranno infatti grandi un millesimo rispetto ai globuli rossi, tutte tracciabili tramite un dispositivo indossabile anch'esso magnetico.
Parliamo di nanotecnologie e in mente subito affiora in noi l'immagine di Transcendence, un recente titolo hollywoodiano in cui Johnny Depp interpreta un geniale scienziato in capace d'ingannare la morte grazie ad un supercomputer. Il riferimento è d'obbligo, la tecnologia (inesistente nel mondo reale) creata poi da questo ibrido uomo/computer permette proprio la creazione di nanoparticelle, che fungono da sistema riparatore.
Dalla fantascienza alla realtà, Google ha tutte le intenzioni di affrontare questa sfida secondo l'ultimo report del Wall Street Journal, ma bisogna ancora capire come dotare le nanoparticelle di un efficiente localizzatore delle malattie. Secondo la divisione 'X' serviranno soltanto cinque anni per portare a termine i primi risultati, per ovviare al problema primario gli scienziati hanno già pensato di sviluppare un rivestimento che possa aiutare nel rilevamento.
Per l'inserimento delle nanoparticelle nel nostro sistema non sarà poi necessaria nessuna procedura invasiva, un semplice pillola ne potrà contenere migliaia, se non decine di migliaia. A lavoro sul progetto pare ci siano già circa 100 dipendenti Google, Andrew Conrad ha confermato tutto:
 
Stiamo provando a prevenire la morte impedendo le malattie. Il nostro nemico principale è la morte, il nostro nemico è la morte 'superflua'. Perchè abbiamo la tecnologia per intervenire, e dobbiamo utilizzare maggiori risorse e impegnarci maggiormente
Le implicazioni di un simile progetto hanno una portata inquantificabile, un progetto che su tutti potrebbe davvero cambiare le nostre sorti qualora si arrivasse ad una conclusione positiva. I problemi sono molteplici, oltre alla localizzazione degli elementi nocivi all'interno dell'organismo Google dovrà anche testare all'infinito delle nanoparticelle elettroniche ideate per spaziare all'interno del corpo umano. In quali dosi? Con quali rischi qualora andasse storto?
Le domande sono pressochè infinite in questo frangente, ma la tecnologia potrebbe davvero essere una risposta a tutto ciò che la biochimica non ha ancora saputo affrontare. Parlando di cancro, ad esempio, sappiamo che le cellule affette liberano proteine o zuccheri che non si trovano nelle cellule sane, le nanoparticelle con un efficiente sistema di riconoscimento potrebbero rapidamente diagnosticare la malattia e quindi affrontarla per tempo.
Questa semplificazioni non vuol certo dare false speranze, è chiaro che le conoscenze biochimiche e quelle tecnologiche dovranno necessariamente incontrarsi per determinare, con assoluta certezza, che un simile sistema possa essere attuabile. Google punta quindi sempre più in alto e su questo progetto troverà di certo l'appoggio di tutti, ben venga questa tecnologia al servizio dell'uomo.
" Ci sono persone ........ che da più di 10 anni stanno lavorando a questi progetti anche nel bel paese ......... "